Archivio per l'etichetta ‘Domenica’
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Autunno
Vincenzo Cardarelli
Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti,
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in questo autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.
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Domenica mattina
Laura Marchetti
Odore di caffè latte
Seguito dal ragù che brontolava sul fuoco
Il cucchiaino affogato nell’oro dello zabajone
Mi veniva a chiamare
Coraggio alzati che è domenica
I calzettoni bianchi in fondo al letto
Il vestito della festa
I capelli puliti e pettinati
La messa alle undici e chi era fortunato
Anche il pacchettino di paste con il fiocco
E correre incontro alla libertà
Dove ti nascondi oggi?
Distratta da altri profumi
Ricette strane che non hanno sapore
E lei che fugge sempre ad inseguire il dovere
e non ho più le gambe Di allora
basterebbe il tempo o solo il coraggio
Intrappolata in labirinti
In strettoie che tolgono il fiato
Persa dentro specchi che diventano pozzi
Senza via d’uscita
Quella che rincorro dentro una divisa
Che di domenica mi va sempre troppo stretta
Quando mi alzo e non sento più i sapori
Non sento più i profumi non vedo più i colori
Non suonano più le campane come allora
che voce
che intensità quel richiamo
Che gusto aveva
quella carezza un po’ bambina
Di una domenica mattina
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Ogni giorno che passa più grande è la tua assenza e più forte il dolore.
Buona domenica, amica mia, ovunque tu sia adesso.
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Alla luce del mattino, mi ricordai di quanto mi piacesse il suono del vento tra gli alberi. Mi rilassai e chiusi gli occhi, e fui confortato dal suono di un milione di piccole foglie che ballavano in una mattina d’estate.
Patrick Carman
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L’estate ha toccato con le labbra il seno della nuda terra.
E ha lasciato il segno rosso di un papavero.
Francis Thompson


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Poesia del Sudafrica
Nostalgia
Rebecca Matlou
Poetessa Sudafricana
Nostalgia tu non sei ripugnante
perciò mi sciogli il cuore
rompendolo in languidi frantumi
si, desidero ardentemente essere redentore
perché…..
Laggiù esseri umani vengono calpestati
Laggiù bambini vengono schiacciati
donne macabramente polverizzate
divengono concime .
Laggiù, le strade sono vasche di sangue
Dove l’uomo viene dilaniato
dilaniato…
ecco anime in gabbia con catene
incatenate sino a che i loro polsi siano straziati
meccanicamente massacrate sino a ridurle cose
dolenti di fame e di animo
Tempesta sui ghetti senza tetto
veglia che piange i caduti
i caduti…
Ecco dei modelli di dolore inflitto
Ecco gli umori contrastati dilaniati
da vermi che devono nutrire il seme del sadismo…
nostalgia tu non sei ripugnante.
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