Tanztheater: Pina Bausch!   32 comments

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La danza è maestra di vita. E’ La danza che ti insegna i valori della passione, della dedizione, del sacrificio, del dolore e dell’amore. Se la ami realmente sarai in grado di dedicarle il tuo tutto: corpo, anima, cuore e tempo. Potrà capitare di avere ripensamenti e di temere che ogni sforzo sia vano, ma ogni volta che danzerai capirai di esserti sbagliato e tornerai a vivere.
La Danza costituisce un tipo di linguaggio particolare, perché non usa la parola come la poesia, né il suono come la musica, né tele o colori, creta o marmo come la pittura e la scultura.

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Gli antichi hanno fatto della danza un’arte di ispirazione divina e di elevazione morale e civile; ma in ogni tempo, tutti i popoli l’hanno fatta elemento fondamentale della propria cultura. Nelle civiltà antiche indiane, cinesi ed egiziane, la danza voleva raffigurare il corso armonioso degli astri. I greci posero la danza sotto la protezione della musa Tersicore, facendone così un simbolo della propria cultura.  

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Per i romani, invece, assunse la forma di pantomima, continuando a trasformarsi fino alla depravazione. In seguito all’avvento del Cristianesimo, anche se inizialmente fu accolta nei riti all’interno delle chiese, poi fu condannata dalla Chiesa perché ritenuta una manifestazione peccaminosa dove protagonista assoluto era il corpo, quindi il male … 

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Dal medioevo in poi diviene una disciplina rigidamente regolata da leggi e ferree imposizioni. La danza popolare nel medioevo ha delle caratteristiche di follia ed è spesso legata all’idea della morte o del diavolo. 

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Per molti secoli la danza fu un fenomeno rivolto a tutti, dove non esisteva una vera e propria distinzione tra ballerini professionisti e semplici amatori.
Fu nel ‘600,in particolare in Francia, che nacque la prima accademia di danza. Il minuetto è la danza simbolo dell’epoca. 
Il ‘700 vide l’apparizione in scena delle danzatrici. L’invenzione del pianoforte portò le scuole di balletto a formare danzatori sempre più abili e dotati.

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L’’800 è caratterizzato dal valzer, che rappresentò il desiderio giovanile ed inebriante, il ritmo espansivo, l’esuberanza del secolo.

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Il balletto classico diventa una delle tendenze culturali più seguite ed amate.
La danza classica o “accademica” è una delle forme di danza teatrale più conosciute e sicuramente la più antica.

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Bisogna aspettare il ‘900 perché la danza riacquisti il suo valore “primitivo”… Il ventesimo secolo, infatti, è un’officina in fermento di esperimenti sulla danza.
La danza moderna si è sviluppata all’inizio del Novecento nel Nord Europa grazie a Rudolf Laban e Mary Wigman e negli Stati Uniti d’America, a partire dalle espressioni libere iniziate da Isadora Duncan e Ruth St. Denis, si è poi definita con varie tecniche grazie a Martha Graham, Doris Humphrey, Charles Weidman e José Limón. Martha Graham, in particolare, è stata la fondatrice di un nuovo alfabeto della danza moderna.

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La danza contemporanea prosegue la rivoluzione attuata dalla danza moderna a favore di nuove espressioni corporee, che talvolta comprendono anche la recitazione di testi.

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Tra le figure di spicco della danza del secondo Novecento, centrale è quella di Pina Bausch. La coreografa tedesca è stata la fondatrice, nella sua scuola di Wuppertal, della Tanztheater, il teatro-danza. Non si tratta di una nuova tecnica di danza, ma di un modo di interpretare la realtà personale, con gesti, movimenti e, novità assoluta, con suoni e parole, in cui il contributo dello stesso danzatore – o “danzattore” – diventa fondamentale.

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Philippine Bausch, detta Pina, nasce a Solingen nel 1940 in un ambiente familiare non particolarmente dedito all’arte. Dopo aver frequentato da bambina una scuola di balletto, a quindici anni viene ammessa alla Folkwang-Schule di Kurt Jooss, uno degli esponenti principali della danza espressionista.

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Grazie a una borsa di studio vola poi a New York per diventare ballerina professionista con il New American Ballet e con la Metropolitan Opera. Nel 1962 torna finalmente in Germania dove nel frattempo Jooss ha fondato il Folkwang-Ballet, del quale entra a far parte.

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È proprio a questo punto che nasce in Pina un senso di profonda insoddisfazione nei confronti del suo ruolo di ballerina. Un anno dopo Hans Zullit, successore di Jooss nella direzione della Folkwang-Schule, affida alla giovane coreografa la direzione artistica del corpo di ballo della scuola, il Folkwang-Tanz-Studio.

Pina trascorre i primi anni Settanta dedicandosi alla ricerca: vuole trovare nuove possibilità espressive che possano avvicinare il teatro alla danza. Mentre il suo stile va piano piano definendosi, nel 1973 rinomina il corpo di ballo Wuppertal in Tanztheater Wuppertal sancendo così in modo definitivo la nascita del teatro-danza.

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Al Tanztheater Wuppertal di Pina però, la tecnica classica non fu mai abbandonata. Il suo studio resta uno dei punti cardine nel training della compagnia, accanto alla tecnica moderna. I corpi dei danzatori sono temprati da anni di lavoro e disciplina, ma nelle improvvisazioni si ricerca la spontaneità, per poi sperimentarla sulla scena. La tecnica diventa quindi uno strumento, un mezzo d’espressione e non più un fine da perseguire.

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I primi lavori sono ispirati a capolavori artistici, letterali e teatrali, come Le Sacre du Printemps (La Sagra della Primavera). Con Cafè Müller si assiste ad una svolta decisiva nello stile e nei contenuti. L’ambientazione e l’atmosfera struggente dello spettacolo richiamano l’infanzia della coreografa, gli anni passati ad osservare il mondo che, a piccole dosi, entrava ed usciva dal ristorante del padre.

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Gli anni ’80 per la Bausch sono anni di sperimentazioni, i danzatori cambiano aspetto, si trasformano, divengono persone, indossano abiti quotidiani e fanno anche azioni comuni, concrete. Sono importanti i gesti, che vengono riprodotti, accelerati, decontestualizzati, scomposti, quanto la mimica facciale e anche la parola.

Il teatro di Pina è un teatro generoso, benevolo, largo, che fa danzare individui; per la prima volta non si parla di danzatori bensì di “persone che danzano”, un percorso caratterizzato dal suo ostinato porre domande, dalla sua curiosità profonda, dalla sete di comprendere prima ancora di muoversi, dal non volere dare sfoggio ma sostanza, dall’osservare a lungo ogni elemento della sua compagnia per poi realizzare un grande gioco, che è però un gioco serissimo, perché ruota intorno alle tematiche della solitudine, dell’infanzia, del bisogno d’amore.

Le prime opere sono animate da una critica alla società consumistica, mentre le opere più mature privilegiano l’approfondimento della visione intima della coreografa e dei suoi danzattori, chiamati direttamente ad esprimere le proprie interpretazioni dei sentimenti. I danzattori – definiti cosi dalla stessa Pina, poiché non erano semplicemente danzatori ma anche veri e propri attori – erano condotti alla creazione di pièces attraverso l’improvvisazione, generata dalle domande che la coreografa poneva loro.

La Bausch vuole che i danzatori esprimano attraverso il linguaggio del corpo i propri problemi, i propri bisogni e le proprie emozioni in modo tale che il pubblico possa specchiarsi nella rappresentazione che gli altri fanno di se stessi.

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Il suo comincia ad essere chiamato il “Teatro dell’esperienza” e tutti i pezzi creati dopo il 1980 confluiscono in un medesimo discorso fatto di storie vere. Diventano elementi indispensabili delle complesse coreografie i materiali scenici, tra cui soprattutto sedie.
Era un teatro-totale, capace di fondere linguaggi, stili, rimandi, citazioni, visioni. La Bausch si nutriva di domande, s’interrogava in continuazione sull’efficacia, sul senso e sul valore del suo lavoro, quasi come se non ne fosse mai soddisfatta. L’intransigenza delle domande che Pina Bausch poneva a se stessa, ai suoi ballerini e al pubblico sono stati la struttura portante di tutta la sua opera.

Spesso si trovò schiacciata e oppressa dalla critica, ma il suo forte stato d’animo le ha permesso di rubare da quelle situazioni una grande ironia e di riproporla sovente nelle sue coreografie, cosi come si nutriva dei gesti e delle anime dei suoi danzatori, restituendo loro un’immagine di assoluta libertà e rara forza.

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Fu amata da Federico Fellini, che la diresse nel suo ”E la nave va“ (“una santa coi pattini a rotelle, una monaca severa che all’improvviso ti strizza l’occhio”, scrisse di lei il regista) e da Pedro Almodovar che in “Parla con lei” fa piangere il protagonista vedendo Pina ballare Café Müller.

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Proprio Café Müller, del 1985, affascinò il regista Wim Wenders, che intraprese con la coreografa uno stretto rapporto di amicizia e collaborazione, che lo portò al progetto di un film, che stentava a venire alla luce in quanto Wenders pareva non trovare mai la chiave per tradurre su pellicola il gesto, il movimento, l’essere dell’attore-danzatore nello spazio scenico.
Un documentario, la cui lavorazione iniziò nel 2008, ma fu segnato dalla morte improvvisa di Pina Bausch il 30 giugno del 2009. 
“Pina”, di Wim Wenders ha visto la luce nel 2011 e si è aggiudicato alcuni importanti premi, tra cui l’European Film Awards per il Miglior Documentario.

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Nel 2007 la coreografa ottenne il Leone d’Oro alla Carriera, consegnatole con questa motivazione: “Pina Bausch è un’artista che ha segnato una nuova via originale all’espressione scenica del corpo danzante e parlante, influenzando non soltanto la danza contemporanea, ma anche le arti ad essa contigue, mutandone gli orizzonti. La Bausch è una coreografa che ha innovato il teatro, rendendolo più che mai fisico e musicandone la drammaturgia.”

Il 30 giugno 2009 Pina Bausch morì a 68 anni, per un cancro diagnosticato cinque giorni prima.

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Pina è stata una delle più grandi coreografe mai esistite, ha permesso al mondo di conoscere il teatro-danza e di amarlo. Un’ artista unica, una rivoluzionaria, che è stata capace di fondere, in modo del tutto personale, il mondo della danza con quello del teatro.

La lezione di Pina Bausch rimane insuperata, ed ha cambiato l’estetica teatrale del secondo Novecento, come testimoniano le tante compagnie di teatro-danza nate in Europa e nel mondo, a partire dagli anni ’80 fino ad oggi.

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“Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza, e per motivi del tutto diversi dalla vanità. Non per dimostrare che i danzatori sanno fare qualcosa che uno spettatore non sa fare. Si deve trovare un linguaggio – con parole, con immagini, atmosfere – che faccia intuire qualcosa che esiste in noi da sempre.”
(Pina Bausch)

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Pina Bausch

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32 risposte a “Tanztheater: Pina Bausch!

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  1. sono perduto, non so danzare 🙂

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  2. Amo la danza. Direi il ballo in generale.
    Io e Rebecca, restiamo a bocca aperta, quando, chi si muove a ritmo di musica, usa il proprio corpo, come fosse una nota.
    Che salta sul rigo musicale. Che si ferma. Che volteggia con tale leggerezza e libertà che guardarla, ti fa entrare sul palcoscenico stesso, facendoti vibrare l’anima.
    Questa artista, che ora conosco grazie a te, è stata veramente capace di vedere oltre. Ha rivoluzionato la danza. Le ha cambiato colore.
    Eccezionale!
    Buona giornata, mia cara♥️.
    Hai riposato?

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    • Sono pronta per il lavoro, poi viene la mia amica a prendermi per portarmici. Non ho riposato molto, ma ce la farò. Amo la danza, così come le altre discipline dello spettacolo, tu l’hai descritta con parole piene di entusiasmo e passione, mi fa un piacere immenso condividerle con te. Pina Bausch è stata davvero una rivoluzionaria in questo campo, peccato sia scomparsa prematuramente, le sue coreografie resteranno per sempre un modello di espressione dei sentimenti e delle emozioni umane. Grazie per questo bellissimo commento. Buona giornata anche a te e Rebecca. ❤ ❤ ❤

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  3. Buongiorno Marianne … mi piace la danza e questo bellissimo tuo post ❤

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  4. Pensa che io l’ho vista danzare alla fine della sua carriera. Stupenda!

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  5. Mi piace guardare la gente danzare, ma io personalmente non lo amo moltissimo!

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    ricettedacoinquiline
  6. Pingback: Dal blog Marianne Tanztheater: Pina Bausch! — marianna il corso delle cose

  7. accidente, disamina notevole, una piccola tesi a 360° sulla danza, chapeau!!!
    sono rimasto molto colpito, intendo positivamente, nonostante la mia totale ignoranza in materia.

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  8. Che articolo interessante e completo! È incredibile quanto i movimenti del corpo possano essere espressivi!
    Spero tu abbia passato una buona giornata e volevo chiederti se riesci a trovare la mia mail dal blog. Se ti va potresti inviarmi un messaggio pf?

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    • Ciao, Tiziana, grazie per il commento, mi ha fatto molto piacere. Ho recuperato la tua mail, appena posso ti scrivo, non ho avuto una gran giornata, proseguimento di una notte “infame”, solo da dimenticare se fosse possibile. A presto, cara, buonanotte. ❤

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      • Mi spiace!!! Qui il tempo è piovoso e oggi anche il mio polso destro mi fa impazzire.. diamo la colpa al tempo 😂😂

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        • Buongiorno, cara, spero che il tuo dolore sia scomparso, o almeno si sia attenuato, e che tu abbia passato una notte tranquilla. Io non sono riuscita a dormire nemmeno 5 minuti stanotte … diamo la colpa al tempo … piove! Ho bisogno di un caffè come dell’aria per respirare stamattina, tra poco arriva la ragazza che mi aiuta a lavarmi, vestirmi, prepararmi la colazione, così sarò salva! Scherzo, ma è davvero la mia salvezza, non so come farei senza di lei. Più tardi ti scrivo una mail … aspettami! Nel frattempo … un sorriso e un abbraccio per il tuo risveglio! 😀 ❤ 😀

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  9. Danza e musica rappresentano un mix di grandi emozioni
    Buon inizio di settimana e un abbraccio, carissima, silvia

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    silviadeangelis40d
  10. Ho una grande ammirazione per i ballerini, per la disciplina la fatica la dedizione e per la forza e l’armonia del corpo e dei movimenti… ma mi piace anche guardare quelli che ballano bene su una pista di liscio, invidiandoli molto! Un paio di anni fa ho assistito ad uno spettacolo dei dervisci rotanti… danza che conduce all’ascesi… purtroppo ballo come un pioppo. Ma a proposito di Pina la sua scuola continua o e’ finita con lei?

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    • Ho scoperto che il tuo commento era finito in spam. Ti ho tirato fuori, senza pormi il problema dei misteri di WP, tanto non mi basterebbe una vita intera per capirli … o_O
      Nemmeno io so danzare, e qui dovremmo fare una distinzione tra “danza” e “ballo”, con tutto il rispetto per chi lo pratica, credo che il ballo liscio non abbia nulla a che spartire con la danza. 😳
      Nemmeno io so danzare, dicevo, ma l’emozione che mi suscita la danza contemporanea e in particolare il Teatro-Danza è indescrivibile, è una danza che racconta, che esprime sentimenti, che coinvolge e trasporta in scena anche i sentimenti dello spettatore. ❤
      Ogni danza ha un proprio linguaggio, io per esempio sono affascinata anche dalla danza indiana, dove ogni movimento del corpo e persino delle mani ha un significato, diverso secondo il movimento che il corpo e le mani eseguono. 😉
      Il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch continua la propria attività ancora oggi sotto la guida del Direttore, nonché Direttore Artistico, Adolphe Binder e del Direttore Generale Dirk Hesse. La scuola non si è chiusa con la morte di Pina, in questi anni il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch ha girato circa 38 Paesi in tutto il mondo, mettendo in scena le coreografie di Pina, che sono circa 46. Ma, sull'esempio di questa disciplina, sono nate e cresciute molte scuole di Teatro-Danza nel mondo ed anche in Italia. Pina Bausch ha lasciato un patrimonio prezioso per la coreografia. ⭐ ⭐ ⭐
      Grazie per essere passato a trovarmi, scusami se non ti ho visto prima in spam, e di conseguenza non ho potuto risponderti. 😥 Se dovesse succedere che non vedi il tuo commento stai certo che la cosa non dipende da me, io non li tolgo mai … ma adesso controllerò lo spam più spesso. Giuro! 😀 😀 😀
      Buona giornata, Giorgio, un abbraccio. ❤ ❤ ❤

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  11. Grazie per questo bellissimo e profondo post!

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  12. Poco da fare sei proprio una bella persona

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